Enter your keyword

post

Come valutare a che punto si trova lo studente di una lingua straniera?

Che cosa significa dire che uno studente è bravo o meno bravo nella lingua straniera che sta studiando? Tuttora esistono insegnanti che applicano un criterio del tipo “sa, o non sa, costruire il periodo ipotetico”. Ancor peggio, questo “sa, o non sa costruire” viene affermato in base ad un test in cui allo studente è richiesto non di elaborare per intero un periodo ipotetico, ma di inserire in una frase incompleta le forme corrette di verbi forniti all’infinito.

Dire che uno studente è ad un buon punto del suo apprendimento in base a prove così esili non è molto attendibile. Che dire, ad esempio, di uno studente che, pur avendo fallito nel test citato, riesce ad ottenere conversazioni lunghe quando incontra persone di madrelingua? È più o meno bravo di un altro studente che, pur essendo riuscito nel medesimo test, si trova davanti persone di madrelingua che sfuggono dopo pochi minuti di conversazione? C’è chi dirà che questa differenza non ha a che fare con abilità linguistiche, bensì con il carattere o con la personalità dello studente. Ora, se da un lato è innegabile che fattori come questi ultimi abbiano un peso considerevole, è proprio vero, dall’altro, che le abilità linguistiche non esercitino alcuna incidenza? Il parlante nativo che si sottrae alla conversazione lo fa perché non la trova un’esperienza piacevole. Spesso, ciò è dovuto al fatto che si sforza troppo per seguire; magari è anche un po’ irritato.

Osservando bene conversazioni del genere si può notare che errori tipo la forma del verbo nel periodo ipotetico hanno sull’interlocutore un effetto negativo minore rispetto ad altre caratteristiche del modo di parlare dello studente.

Quella che segue è una selezione di abilità conversazionali la cui mancanza dal dialogo può avere effetti assai negativi sull’interlocutore.

Indicare che si sta seguendo il discorso dell’interlocutore

Pensa a come sarebbe parlare con un’altra persona se questa rimanesse in silenzio completo. Questo comportamento non è normale. Normalmente, anche quando sei impegnato in un monologo, l’altro emette dei segni linguistici con cui indica che ti sta seguendo. Se così non fosse ti verrebbe facilmente l’idea che l’interlocutore sta pensando a tutt’altra cosa (e quindi ti potresti offendere del mancato rispetto nei tuoi confronti). Questi segni linguistici sono spesso di brevissima durata ma svolgono una funzione fondamentale nel rapporto tra le due persone. Possono esprimere sorpresa, comprensione, divertimento, disgusto, interesse o, semplicemente, “Continua, ti sto seguendo”.

Indicare che non si è capito, e cosa non è stato capito

Ti è mai capitato di parlare con uno straniero e ad un certo punto ti rendi conto che da un po’ di tempo ti sta fissando con gli occhi vitrei? Probabilmente non ti sta capendo. Però non si esprime. Da quando non sta capendo? Dall’inizio? Ha capito qualcosa? O assolutamente nulla? Sei tentato di ricominciare. Però se lui non si è espresso circa il suo problema prima, perché dovrebbe farlo alla seconda volta? Ti senti impotente. Ti viene la sensazione dell’inutilità delle tue parole, di questa conversazione. E probabilmente tagli corto.

Invece lo studente bravo è capace di interrompere l’altro quando non capisce e spiegare che cos’è che non ha capito. L’altro viene a conoscenza del problema, lo risolve, e procede nella conversazione sicuro di avere un interlocutore che gli dà ascolto. Uno studente non può essere considerato bravo se non sa interrompere, con garbo, l’altro e farsi spiegare ciò che non ha capito.

Mantenere il rapporto in presenza di proprie carenze linguistiche

Se in una conversazione lo straniero ha la parola e spesso si ferma, rinuncia a proseguire un discorso iniziato perché non trova le parole o le strutture sintattiche per esprimere il suo pensiero, l’esperienza diventa frustrante per l’altro.

Uno studente non può essere considerato bravo se non sa: a) indicare che è arrivato ad un ostacolo linguistico; b) indicare che sta iniziando una parafrasi; e c) portare a termine la parafrasi. In tali condizioni non si verifica nessun sentimento di disagio da parte dell’interlocutore.

Gestire il cambiamento o il mantenimento dell’argomento

In una normale conversazione alla pari la “gestione” degli argomenti è ora nelle mani dell’uno, ora nelle mani dell’altro.

Il diritto alla gestione viene negoziato di momento in momento. Spesso, nella conversazione uno straniero, anche quello considerato bravo, assume un ruolo subordinato rispetto all’altro. Mentre esistono delle tecniche linguistiche che dovrebbe aver imparato per giocare la sua parte di “gestore “. Per esempio, se l’altro cambia argomento mentre lui vorrebbe continuare sullo stesso tema, dovrebbe saper esprimere questo desiderio in modo adeguato e, almeno per il 50% delle volte (anche l’altro ha i suoi diritti), farlo rispettare.

Iniziare e concludere una conversazione

Anche questi momenti fondamentali della conversazione richiedono una conoscenza delle tecniche linguistiche adeguate per realizzarli. Tentare di iniziare una conversazione, specialmente con uno sconosciuto, adoperando magari frasi sintatticamente corrette ma inappropriate per lo scopo prefissato può assai spesso condurre ad un fallimento (è difficile che l’interlocutore abbia la voglia di sforzarsi di “riscrivere” in modo più appropriato ciò che dice l’altro, dato che non esiste ancora nessun accenno di rapporto). L’altro momento delicato della conversazione, specie fra persone che si conoscono pochissimo, è la conclusione. Terminare bruscamente ed andarsene può provocare nell’altro la preoccupazione di aver offeso o la convinzione che l’altro è maleducato e antipatico.

Dare un’idea anche approssimativa, ma non antitetica, della propria personalità

Hai mai avuto l’idea che lo straniero che ti sta parlando è prepotente, o scontroso, oppure insipido e senza carattere? Spesso queste persone non si ritengono tali né vengono considerate tali nella loro cultura di origine. Anche qui è una questione di capacità linguistiche. Un capitolo spesso trascurato di tali capacità, e di notevole pertinenza nel punto qui trattato, è quello relativo alla competenza fonologica. Lo studente che usa una intonazione o delle tonalità che travisano la sua personalità non può essere giudicato ad un buon punto nello studio della lingua.

Scegliere uno stile adeguato al proprio interlocutore e all’ambiente

Uno straniero che intraprende una conversazione con uno studente universitario nella città universitaria e continua a dargli del “lei” e a parlare con uno stile formale anche quando l’altro si rivolge in modo confidenziale rischia di essere considerato pomposo ed antipatico. Il contrario può avvenire, ad esempio, quando lo straniero si rivolge al funzionario di polizia al commissariato parlando in modo confidenziale. È probabile che il funzionario di polizia pensi che l’altro gli stia mancando del dovuto rispetto, e forse lo straniero dovrà attendere più del normale.

Stabilire, mantenere e modificare il tipo di rapporto con l’altro come si vuole

In un certo senso questa capacità sussume tutte le abilità trattate fino a questo punto, ed altre ancora. Uno studente è bravo se riesce a comunicare effettivamente al proprio interlocutore quel che gli vuole comunicare, in particolare il rapporto che intende avere con lui (per esempio, relazione superficiale o rapporto più intimo). Se questo scopo comunicativo non riesce ad essere manifestato e l’interlocutore non ne riceve alcuna informazione, lo studente non può essere giudicato a buon punto.