Premessa all’ “Ascoltare: l’abilità trascurata”
Domanda: Perché capire è più difficile che parlare?
Risposta 1: Quando parlo scelgo io le parole, ma quando ascolto è l’altro che le sceglie. Se l’altro è di madrelingua, l’archivio di parole a cui attinge per dirmi qualcosa è enormemente più grande di quello a cui attingo io.
Risposta 2: Quando parlo sono sempre io che parlo, mentre l’altro non è sempre la stessa persona. Ogni persona che parla con me è diversa dalle altre e quindi parla in un modo diverso. Diverso per accento, per velocità, per stile. Un giovane parla in un modo diverso da un anziano; un veneto parla diversamente da un calabrese; un giornalista televisivo non parla allo stesso modo di un contadino.
Domanda: Perchè allora il tuo insegnante non vi fa esercitare ad ascoltare più spesso?
Risposta: Probabilmente teme di annoiarci. E devo ammettere che non ha tutti i torti. Non perdiamo occasione per fargli capire che preferiamo fare altro.
Il Seminario prende di petto questa contraddizione. La chiave secondo noi è il superamento dell’abitudine di considerare lo studente soltanto dal collo in su. Parleremo del rallentamento del ritmo cardiaco e parleremo del contrario. Non parleremo del “filtro affettivo” (considerato da Krashen e i suoi seguaci come un freno all’apprendimento) bensì parleremo della forza dell’affettività nello sprigionare più energia e quindi più apprendimento. Non parleremo soltanto di cooperative learning, ma anche di competitive learning. Parleremo della respirazione, del rilassamento, dell’organizzazione dello spazio-classe, della luce, dell’identità di squadra e dell’adrenalina.
I partecipanti al seminario vivranno sulla propria pelle delle esperienze di apprendimento linguistico di questo genere e proveranno poi a mettere in pratica delle tecniche e delle procedure affinchè possano acquisire sufficiente dimestichezza con esse per osar provare, se vorranno, con le proprie classi in seguito.
Sul tavolo verrà messa una tale quantità di roba che, volendo, si potrà finalmente dire addio per sempre ai “noiosi” esercizi tipo “indica come vera o falsa le seguenti affermazioni”, “scegli la risposta corretta fra A, B, e C.”, “scegli la corrispondente figura”, ecc., ecc..
Ma anche se ad entrare a far parte dell’insegnamento quotidiano dei partecipanti fosse un aspetto solo, il nostro obiettivo lo considereremmo raggiunto lo stesso.