Una serie di attività
La classe: dodici studenti di settimo livello con circa 480 ore di italiano alle spalle.
Il materiale a mia disposizione: “La formica argentina”, racconto di Italo Calvino, più drammatizzazione audio dello stesso.
Le mie domande: Come riesco ad avvicinare gli studenti ad un testo letterario? Che farne di tanto materiale? In che modo potrei incuriosirli tanto da spingerli a leggere un racconto come questo?
La mia idea: proporre una serie di attività con la speranza che alla fine abbiano il desiderio di leggere il racconto.
Lettura autentica differenziata
Ho preso in considerazione le prime 9 pagine del racconto e le ho divise in tre parti, una sequenziale all’altra. Nessuna delle pagine poteva far supporre che si trattasse di un testo letterario, non c’era alcun tipo di riferimento: né titolo, né autore. Niente.
Entro in classe (gli studenti erano disposti, come sempre, in semicerchio) e comincio la lezione proponendo un’attività di Lettura autentica.
Come d’abitudine, distribuisco i fogli con il testo rivolto verso il basso consegnando al primo studente la prima parte del racconto, al successivo la seconda parte ed al terzo l’ultima. Arrivata al quarto studente, ricomincio dalla prima parte procedendo nel modo appena descritto.
A questo punto, senza fare alcun cenno al testo, do loro 5 minuti per leggere (senza l’uso del dizionario).
Scaduto il tempo a disposizione, gli chiedo di girare il foglio e li dispongo in gruppi di tre, facendo in modo che ogni gruppo contenga ciascuna parte del racconto e soltanto adesso li informo del fatto che si tratta delle prime pagine di un racconto, che queste pagine sono state divise in tre parti sequenziali e che ogni componente del gruppo ne ha una parte. Il loro compito è di ricostruire la sequenza, è quindi importante non trascurare nessun dettaglio.
Hanno letto il testo per un totale di tre volte, alternando ad ogni lettura una consultazione, senza effettuare nessun cambio ed arrivando così alla giusta sequenza. Durante la terza ed ultima lettura gli ho chiesto di sottolineare un massimo di otto parole che non conoscevano, dopodiché, sempre lavorando in tre, sono stati dedicati circa venti minuti alla parentesi lessicale. In questa fase del lavoro potevano usare i dizionari monolingua e, naturalmente, potevano chiamarmi tutte le volte che ne avessero avuto bisogno.
Conclusa questa attività (durata circa un’ora), ho subito presentato la successiva.
Produzione libera scritta immaginaria
A questo punto, chiedo agli studenti di sfruttare al meglio la loro fantasia e creatività per continuare il racconto, ma questa volta dovranno lavorare individualmente.
Il tempo a loro disposizione è di 30 minuti, avendo sempre, naturalmente, la possibilità di usare il dizionario (monolingua e non) e di rivolgersi all’insegnante.
Con la consegna dei loro scritti allo scadere dei 30 minuti, si chiude la prima fase di avvicinamento al testo letterario.
Editing
Ho lasciato passare una lezione senza parlare di formiche di nessun genere e nazionalità, per poi aprire questa seconda fase con la revisione fra pari dei loro stessi scritti.
Ho riconsegnato ad ognuno il proprio prodotto, che avevo sì letto ma a cui non avevo apportato alcuna modifica, e dopo aver sistemato gli studenti a coppie ho dato le istruzioni: insieme devono leggere un testo, insieme devono fare in modo che il testo in questione risulti migliore di quanto non sia già, sempre con l’eventuale supporto del dizionario ed avendo la disponibilità dell’insegnante. Una sola la condizione: in caso di contrattazione, l’ultima parola spetta in ogni caso all’autore dello scritto.
Dopo circa 40 minuti, durante i quali è stato fatto anche un cambio di coppie, ho concluso il lavoro chiedendogli di consegnarmi la bella copia di questa nuova versione del loro prodotto.
Ascolto autentico
Per questa quarta attività è stato ovviamente usato un brano estratto dalla drammatizzazione audio a mia disposizione. La durata dell’ascolto è di circa cinque minuti ed il brano scelto non è sequenziale al testo letto.
Anche in questo caso, come per la lettura autentica (e come del resto normalmente avviene), gli studenti non vengono informati di ciò che stanno per ascoltare. Come è consuetudine, ho messo nel centro dell’aula il registratore, intorno a quest’ultimo gli studenti si sono disposti in cerchio ed ho avviato il nastro.
Sono stati fatti quattro ascolti alternati a consultazioni ma, a differenza della lettura, sono stati effettuati due cambi di coppia. Il tutto per una durata complessiva di 50 minuti circa.
Puzzle linguistico
Ultima attività proposta.
Consiste nell’ascoltare più volte un brano tratto dall’Ascolto autentico, cercando di ricostruirlo come se fosse un puzzle.
L’insegnante scrive alla lavagna la prima e l’ultima parola del brano da ricomporre, raccomandandosi di lasciare molto spazio così da rendere più semplici i probabili, se non continui, cambiamenti che ci potranno essere ad ogni ascolto.
Durante il primo ascolto gli studenti si concentreranno esclusivamente sul brano senza scrivere e soltanto dal secondo cominceranno la ricostruzione.
Come in altre attività, anche in quest’ultima non mancheranno agli studenti momenti di confronto a coppie alternati ad altrettanti momenti di ascolto. Questa alternanza, però, non è certo produttiva ad oltranza, si arriva infatti ad un punto in cui, per quanto ci si sforzi ad ascoltare e per quanto si possano cambiare i compagni per le consultazioni, la capacità di assorbire e quella di elaborare è ormai satura. È adesso che interviene l’insegnante (non che prima fosse assente, ma interveniva solamente su richiesta) richiamando a sé l’attenzione di tutta la classe e chiedendo se il testo è completo. Normalmente la risposta è no ed a questo punto l’insegnante lancia la sfida: li informo che loro, tutti insieme, formano una squadra che giocherà contro di me, distribuisco ad ognuno tre carte da gioco con le quali, utilizzando le domande* che ho scritto subito prima alla lavagna, potranno comprare informazioni utili per arrivare a completare il testo, possono usare il dizionario ed hanno la facoltà di riascoltare tutte le volte che vorranno.[1]
Annuncio con piacere che, ad uscirne vittoriosa, dopo 45 minuti o giù di lì, è stata la squadra degli studenti!
Alcune riflessioni
“La formica argentina” ha impegnato gli studenti per un tempo complessivo di 3 ore e 45 minuti circa. Ho lavorato con una classe che frequentava un corso intensivo, ciò vuol dire avere quattro ore di lezione al giorno, dal lunedì al venerdì.
Questa catena di attività è stata presentata in due giorni diversi e non successivi: durante la prima giornata ho proposto la Lettura autentica differenziata e la Produzione libera scritta, mentre nella seconda le restanti attività. È facilmente comprensibile che la scelta di dividerla in due momenti è stata suggerita dallo scrupolo e dalla necessità di non rendere troppo pesante il lavoro. Consiglio, comunque, a quanti volessero provare un lavoro di questo tipo, di diluirlo ulteriormente nel tempo, se possibile, senza però esagerare: lasciar passare troppo tempo fra un’attività e l’altra potrebbe far calare l’interesse e soprattutto la sana semplice curiosità.
Coma ho detto prima, si trattava di una classe di settimo livello e questo è uno dei motivi che giustificano la lunga durata del brano scelto per il puzzle linguistico (più o meno 50 secondi). L’altro è che, dal momento che si trattava di una drammatizzazione radiofonica, non solo la dizione degli attori era ottima ma c’era anche un’assenza pressoché totale di accavallamento delle voci, per cui l’unica arma a mia disposizione per alzare la sfida era quella di puntare sulla lunghezza nonché sulla ricercatezza del vocabolario.
Confesso sinceramente, che il mio più grande timore non era tanto e solamente quello di non riuscire ad avvicinarli ad un testo letterario, quanto e soprattutto quello di rendere la sensazione di formicolio generale così opprimente da sortire l’effetto contrario. In questo caso, non solo non li avrei fatti avvicinare, ma li avrei addirittura fatti fuggire a gambe levate allontanandoli ancora di più. E così la piccola formica argentina si sarebbe tramutata in un enorme pesante elefante africano (senza nulla togliere agli elefanti!)!
Fortunatamente non c’è stata né fuga né metamorfosi, visto che, arrivati all’ultimo anello di questa lunga catena, dieci studenti su dodici mi hanno chiesto una copia del racconto.
Non avrei mai creduto che sbagliarsi fosse tanto gratificante!
Domande usate dagli studenti nel puzzle linguistico per completare il testo
La parola prima di “…” è “…”? 0 carte
La parola dopo “…” è “…”? 0 carte
Fra “…” e “…” ci sono “x” parole? 0 carte
La categoria grammaticale della parola prima di “…” è …? 0 carte
La categoria grammaticale della parola dopo “…” è …? 0 carte
Quante parole ci sono fra “…” e “…”? 2 carte
Qual è la categoria grammaticale della parola prima di “…”? 1 carta
Qual è la categoria grammaticale della parola dopo “…”? 1 carta
Qual è la parola prima di “…”? 3 carte
Qual è la parola dopo “…”? 3 carte