Premessa riguardo al parlare
Il modo di parlare dei nostri studenti spesso non ci soddisfa. Si dirà: “In fondo è normale, stanno ancora studiando.” Ma è solo questo il motivo per cui “non parlano bene”?
Bisogna ovviamente intendersi su cosa significa “parlare bene”. C’è chi pensa all’osservanza della concordanza del participio passato con il pronome atono oggetto diretto o all’uso appropriato dei tempi e modi verbali. C’è invece chi pone l’attenzione prioritariamente sui tipi di intervento degli studenti durante la lezione e si occupa della correttezza formale in un secondo momento.
Spesso gli studenti usano un linguaggio “povero”, limitato. Anche rispetto alle loro reali capacità. Perché? Esistono delle strategie didattiche che promuovono l’uso da parte degli studenti di un linguaggio più elaborato?
Quante e quali attività conosciamo atte a far parlare gli studenti? Come possiamo migliorare la loro espressione orale, cioè renderla più scorrevole, più corretta, più ricca.
Quali attività per la scorrevolezza? Quali per la ricchezza? E la correttezza?
Quanto influisce sul parlato dello studente il parlato dell’insegnante? Che cosa scoraggia o incoraggia o permette l’insegnante quando lo studente parla in classe? Quante volte l’insegnante si pone come intermediario (non richiesto) nell’interazione problematica fra studenti?