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Il parlato in classe

Questo laboratorio verte sulla qualità della lingua parlata in classe: come l’insegnante e gli studenti parlano in classe.

All’inizio del laboratorio i partecipanti hanno visto un brano di 2 minuti 40 tratto da una lezione di inglese svolta in un liceo statale romano.

In questa lezione l’insegnante, di nazionalità italiana, ha parlato sempre in inglese. Ha dato agli studenti , una ventina seduti ai loro banchi di fronte a lui, il compito di abbinare a delle situazioni rappresentate nelle figure del libro delle frasi in inglese. Gli studenti si esprimevano in inglese quando costruivano le frasi e quando si rivolgevano all’insegnante, fra di loro mormoravano in italiano.

Dopo aver preso visione del brano i partecipanti hanno ricevuto la trascrizione della prima parte.

Foglio n°1

1 I: Yes?
2 S: “There has been an accident.”
3 I: Yes. OK. Xxxx
4 S: “Keep her warm but don’t move her.”
5 I: “ Keep her warm but don’t move her.”
6 I: A doctor! We have a doctor.
7 I: “Don’t move her.” Right.
8 I: Simpler. Yes?
9 S: “Call the ambulance.”
10 I: “Call the ambulance.”
11 I: OK. I mean, this is right.
12 I: OK. Let’s go to B. A?
13 I: OK. It’s very easy , because you said, “Call the fire brigade.” So …B?
14 S: “Call the ambulance.”
15 I: “Call the ambulance.” Again xxxx
16 I: OK. They’re all the same. Xxxxxx
17 I: Yes?
18 S: “Take him to hospital.”
19 I: “Take him to hospital.”
20 SS: (Mormorio in classe)
21 I: Sh!
22 I: So? Yes?
23 S: “Call the ambulance.”
24 I: Ah! “Call the ambulance.”
25 I: Yes?
26 S: “Call the undertaker.”
27 I: “Call the undertaker.”
28 S: Becchino.
29 I: Becchino.
30 I & SS: (risata)
31 I: Undertaker is a man  who takes people under … under the earth, OK? When they’re dead. That’s the undertaker. That’s after. First you call the ambulance. Then, I mean, …OK.

Dopo aver visto solo la prima parte del brano i partecipanti, in gruppi di 4, hanno cercato di dare una risposta alla domanda seguente:

A cosa servono le virgolette?

Dopo 5 minuti hanno dato le loro risposte. Fra le risposte più convincenti ho ritenuto quella che sosteneva che le parole fra virgolette erano delle parole relative al testo della lezione che stavano elaborando, le altre parole erano  dei commenti, degli usi della lingua. A questo punto ho scritto alla lavagna:

LINGUA  CITATA

LINGUA USATA

I partecipanti  hanno ricevuto un altro foglio (Foglio n° 2) con la trascrizione della seconda parte del brano però senza virgolette. Hanno visto la seconda parte del brano e in gruppi hanno messo le virgolette là dove gli sembravano necessarie.

 Foglio n°2

32 I: D?
33 S: Call the police.
34 I:  Call the police.
35 S: Or Go to the police.
36 I:  Go to the police. Run to the police.
37 S: Run?
38 S2: . Run.
39 S3: You must run.
40 I:  Or? What would you really do? In that situation.
41 I: Yes?
42 S: ‘elp me.
43 I:  Help, help me.
44 I: All right, yes, no.
45 I: But you are a friend  of the person. What would you tell him?
46 S: Run.
47 I: Yeah. Run. Run…?
48 S: Appresso.
49 I:  Eh. What’s that in English?
50 I: Run …? Yes. Run … him. (mima) Preposition. Run …?
51 S: Before him.
52 I:  Before? Before. The contrary. Not before.
53 S: After.
54 I:  After. Right. Run after him.

Dopo 4 minuti ho distribuito la trascrizione completa del brano con le virgolette.

Foglio n°3

1 I: Yes?
2 S: “There has been an accident.”
3 I: Yes. OK. Xxxx
4 S: “Keep her warm but don’t move her.”
5 I: “ Keep her warm but don’t move her.”
6 I: A doctor! We have a doctor.
7 I: “Don’t move her.” Right.
8 I: Simpler. Yes?
9 S: “Call the ambulance.”
10 I: “Call the ambulance.”
11 I: OK. I mean, this is right.
12 I: OK. Let’s go to B. A?
13 I: OK. It’s very easy , because you said, “Call the fire brigade.” So …B?
14 S: “Call the ambulance.”
15 I: “Call the ambulance.” Again xxxx
16 I: OK. They’re all the same. Xxxxxx
17 I: Yes?
18 S: “Take him to hospital.”
19 I: “Take him to hospital.”
20 SS: (Mormorio in classe)
21 I: Sh!
22 I: So? Yes?
23 S: “Call the ambulance.”
24 I: Ah! “Call the ambulance.”
25 I: Yes?
26 S: “Call the undertaker.”
27 I: “Call the undertaker.”
28 S: Becchino.
29 I: Becchino.
30 I & SS: (risata)
31 I: Undertaker is a man  who takes people under … under the earth, OK? When they’re dead. That’s the undertaker. That’s after. First you call the ambulance. Then, I mean, …OK.
32 I: D?
33 S: “Call the police”.
34 I:  “Call the police”.
35 S: Or “Go to the police”.
36 I:  “Go to the police”. “Run to the police”.
37 S: “Run”?
38 S2: . “Run”.
39 S3: “You must run”.
40 I:  Or? What would you really do? In that situation.
41 I: Yes?
42 S: “‘elp me”.
43 I:  “Help, help me”.
44 I: All right, yes, no.
45 I: But you are a friend  of the person. What would you tell him?
46 S: “Run”.
47 I: Yeah. “Run”. “Run…”?
48 S: Appresso.
49 I:  Eh. What’s that in English?
50 I: “Run …”? Yes. “Run … him”. (mima) Preposition. “Run …”?
51 S: “Before him”.
52 I:  “Before”? “Before”. The contrary. Not “before”.
53 S: “After”.
54 I:  “After”. Right. “Run after him”.

A questo punto hanno confrontato il loro lavoro con il foglio n° 3  e sono sorti alcuni interrogativi.

Per esempio qualcuno ha chiesto perché alla linea 38 “run” sta fra virgolette. Ho risposto che “run” appartiene alla lingua citata perché fa parte del testo che stanno costruendo, e ho aggiunto che quel “run” fa parte di una domanda che non è stata esplicitata per esempio potrebbe essere: Ho capito bene è “run”?. Effettivamente la domanda completata mette in evidenza la lingua usata e la lingua citata. Ma lo studente dice solo “run” dunque ha esplicitato solo la lingua citata e l’intonazione interrogativa. Quello che si può aggiungere è che lo studente ha preso un’iniziativa quando ha posto la domanda “run”?, si esprime spontaneamente.

Un altro esempio di interrogativo: qualcun altro ha chiesto perché alla linea 40 “you must run” sta fra virgolette. La risposta è dello stesso tipo della precedente. In questo caso lo studente ha sottointeso la lingua usata e ha esplicitato solo la lingua citata. Lo studente voleva dire probabilmente: significa “you must run”. Anche qui si può aggiungere che lo studente ha preso l’iniziativa dando una spiegazione al compagno ma si limita a citare la lingua.

Dopo questi chiarimenti hanno cercato in gruppi l’unico esempio in cui uno studente ha usato L2. Hanno indicato la linea 36 e la parola usata è Or.

Con questa serie di esercizi ho voluto sensibilizzare i partecipanti, e anche tu che stai leggendo, alla differenza tra la lingua usata e la lingua citata.

Alcune riflessioni sull’andamento del laboratorio

Complessivamente mi è sembrato che il concetto di lingua usata e di lingua citata non era molto chiaro ai partecipanti. Invece è un tema importante per noi insegnanti. Noi cerchiamo sempre di stimolare lo studente per farlo parlare nel modo più spontaneo possibile. Ma  nel documento video registrato sotto esame le volte che gli studenti si sono espressi spontaneamente hanno continuato a citare la lingua invece di usare la lingua.

Quando è che sarebbe appropriato usare la lingua in classe invece di solo citarla ? Per esempio esplicitare una domanda per chiarire un problema è fondamentale per chi sta imparando una lingua. Non è solo l’espressione di una volontà di chiarimento ma è anche per lo studente un modo di gestire il problema della negoziazione accettando  i propri limiti  rispetto alla sua conoscenza della lingua.

Come impostare un corso per fare usare di più L2?

Ognuno di noi può trovare varie attività. Io suggerisco alcune idee.

L’idea principale è che lo studente deve esprimersi il più possibile quando ha un problema, deve sapere esprimerlo il più chiaramente possibile , non può pensare che il suo interlocutore gli deve risolvere il suo problema  anche quando non è stato esplicitato completamente. Questo succede nella realtà. Quanti sono gli interlocutori che sanno anticipare il problema dell’altro? Per noi, insegnanti,  anticipare le domande dando la risposta ancora prima che lo studente la esprima è un’usanza comune. Questa premura è diventata un rischio di frustare un bisogno espressivo. Bisogna lasciare che lo studente finisca le frasi, non interromperlo.

Fare eco, cioè  la pratica dell’insegnante quando ripete l’enunciato dello studente, ha come risultato un chiarimento per gli altri e una conferma per chi ha enunciato la frase. Dunque fare eco chiarisce là dove forse lo studente non aveva capito e gli si toglie un’occasione per usare L2. E’ una pratica da evitare se si vuole fare usare L 2.

L’insegnante che gestisce la lezione responsabilizzandosi sul non-capire non dà allo studente il modo di usare L 2 e per questo suggerisco all’insegnante di autorizzare, anzi di invitare, gli studenti a partecipare attivamente alla lezione ogni volta che questi non capiscono; così sono loro che si responsabilizzano. Lo studente che interrompe non va considerato come uno studente che disturba la lezione.

La centralità dell’insegnante, quando non dà lo spazio per gli interventi degli studenti, è negativa per quanto riguarda l’uso della lingua.

Per impostare un corso in modo che gli studenti usino di più L2 suggerisco di insegnare nelle prime ore del corso le frase seguenti:

Cosa significa …?

Come si dice ….?

Come si scrive …?

Non ho capito.

Scusa, puoi ripetere?

Una volta imparate queste forme (o simili) devono usarle il più possibile.  Noi, insegnanti, dobbiamo stimolare gli studenti in modo che le usino e nel modo più adeguato possibile. Facilitarli il compito anticipando le domande non contribuisce a un aiuto reale ma al contrario impedisce loro di esprimersi. Per cui si devono cimentare usando queste frasi appena ne sentono l’esigenza. Non è facile per noi, insegnanti, essere interrotti quando si è impostato la  lezione  oppure quando già si sta spiegando qualcosa. Ma quello che secondo  me permette di   fare ciò è considerare che queste interruzioni fanno parte della lezione anzi è lezione.  Non è una cosa in più, in margine alla lezione bensì un aspetto importante da non lasciare da parte. Lo studente che interrompe non va considerato come uno che disturba la classe ma come uno studente curioso che cerca di   stabilire un’interazione. Va dunque stimolato e non frustrato.