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Introduzione al “Leggere”

“Intuitivamente penso sia positivo leggere qualcosa quando a casa ho un po’ di tempo da dedicare alla lingua che sto imparando. Però mi scoraggio, non riesco mai a finire, perdo il filo, perdo l’interesse, e inevitabilmente abbandono l’impresa. Ci vuole tanta volontà.”

Quante volte abbiamo sentito questo tipo di testimonianza da parte dei nostri studenti? Magari dagli stessi studenti che trovano la forza di passare delle ore a fare degli esercizi scritti a soluzione chiusa che trattano la lingua come se fosse una raccolta di atomi separati l’uno dall’altro e che fanno leva su una competenza più di tipo matematico elementare che di tipo linguistico o metalinguistico. Che cosa possiamo fare in classe per togliere questa sensazione di insicurezza che affligge lo studente davanti ad un vero testo scritto?

Che cos’è leggere? Se possiamo gettare qualche luce su questa abilità, possiamo capire meglio come svilupparla. Possiamo prendere delle distanze da pratiche didattiche tuttora in uso, quali far leggere ad alta voce, spiegare le “parole chiave” e attivare forzatamente le aspettative (prima della lettura), far compilare delle schede e far scrivere dei riassunti (dopo la lettura).

Come cresce la comprensione? Quali sono le condizioni ottimali per sfruttare al massimo la mente dello studente? Come possiamo utilizzare meglio il tempo in classe, fare in modo che sia la lettura l’abilità che si esercita e non altre abilità?

Lo studente lasciato libero come affronta un compito di lettura? Quali modelli sono stati proposti dalla scuola tradizionale? Come possiamo agire per dimostrare allo studente che per capire un testo non conviene cercare di decifrare parola dopo parola?

Come possiamo rendere interessante la lezione in cui l’obiettivo è di sviluppare la capacità di leggere? A volte gli studenti trovano la lettura in classe noiosa e frustrante. Capire è interessante, certo, ma paradossalmente se l’abilità va sviluppata, significa che l’abilità all’inizio della lezione non è sviluppata. Quindi il piacere della comprensione può essere sentito, semmai, alla fine della lezione. Il problema è come rendere interessante tuttala lezione.

Il seminario ha affrontato tutte queste questioni. Ci sono stati laboratori in cui sono stati confrontati dati empirici provenienti da classi in cui la modalità di lavoro era stata volutamente diversa (vedere i primi quattro articoli). Sono state prese in esame videoregistrazioni di studenti al lavoro in classe, testimonianze personali scritte dagli studenti subito dopo la lezione, racconti audioregistrati di ciò che era stato capito, interviste audioregistrate in cui si cercava di capire, in conseguenza di scelte didattiche differenti, i diversi effetti sullo stato d’animo dello studente, e ciò sia nell’immediato sia per quanto riguarda la stima di sé come lettore in generale. Ci sono state, inoltre, delle relazioni di natura più teorica e delle lezioni dimostrative.