Esercitazione orale: un esempio
L’Esercitazione orale ha l’obiettivo di offrire allo studente l’occasione di svolgere le stesse funzioni comunicative che ha appreso durante la Ricostruzione di conversazione partendo da supposte sue altre necessità nella stessa situazione o in situazioni analoghe.
Naturalmente il numero e la varietà di situazioni proponibili, e quindi la ricchezza dell’esercitazione, dipende dalla possibilità più o meno elevata di far ritrovare i comunicanti nei ruoli psicologici dell’esempio originario.
L’esercitazione dovrebbe durare 30 minuti circa per essere efficace e quindi deve essere abbastanza ricca da soddisfare questa richiesta.
Ecco il testo della conversazione precedentemente presentata ad una classe di studenti principianti dopo 15 ore di lezione:
in un negozio di abbigliamento
commesso: Come le va?
cliente: Bene. Ma non ce ne sarebbe uno più grande?
commesso: Ma perché lo vuole più grande? Questo le va benissimo.
cliente: Sì. Ma non vorrei che poi lavandolo si ritirasse.
commesso: Ma no! È in pura lana!
cliente: Appunto mi preoccupo.
Le funzioni comunicative che qui compaiono sono quelle che lo studente nella sua vita di potenziale cliente in un negozio di abbigliamento potrà facilmente trovarsi a dover svolgere.
Sentirà quindi valido il suo impegno di 30 minuti in questa attività perché la riflessione richiesta è immediatamente utile per una sua reale prevedibile necessità. L’esercitazione si articola sulle prime 3 battute della conversazione. L’oggetto acquistato dallo studente-cliente nella conversazione presentata è “un maglione”. Ma cosa succede se vorrà invece comprare una giacca o qualche altro capo di abbigliamento? Partendo da questa domanda ho compilato una lista di possibili capi da comprare. Insieme all’oggetto anche l’aggettivo qualificativo è suscettibile di variazioni.
La conseguenza delle due precedenti variazioni è che un’altra serie di elementi devono modificarsi perché ogni enunciato sia corretto e logicamente accettabile. Cambia necessariamente: a) la desinenza del verbo “andare” se l’oggetto comprato è plurale; b) il pronome diretto “lo” che si accorderà con il genere e il numero dell’oggetto acquistato e potrà quindi diventare “la”, “li”, “le”; c) il pronome dimostrativo “questo” che potrà essere “questa”, “questi”, “queste”.
Inizio l’attività dividendo gli studenti in coppie e dando ad ogni coppia:
1 ) un mazzetto di flash card raffiguranti i capi di abbigliamento (quelli della lista);
2) un cartoncino con liste numerate di aggettivi accanto ai nomi dei capi di abbigliamento con cui si possono abbinare. Apparirà così:
zoccoli scarpe stivali scarpe da ginnastica pantofole scarponi |
largo 1 ) stretto 2) piccolo 3) grande 4) |
||
impermeabile cappotto gonna giacca camicia maglione tailleur completo vestito tuta da lavoro tuta da ginnastica giacca a vento pantaloni |
grande 1) piccolo 2) stretto 3) largo 4) lungo 5) corto 6) attillato 7) scuro 8) chiaro 9) |
costume da bagno | grande 1) piccolo 2) stretto 3) largo 4) chiaro 5) scuro 6) |
3) un mazzetto di carte da gioco. I numeri raffigurati devono essere quelli della lista degli aggettivi. Siccome ho una lista in cui il numero massimo è 9 avrò carte da gioco fino al numero 9.
L’esercitazione ha quindi due elementi di casualità: i cartoncini dei capi di abbigliamento e la carta che determina la scelta dell’aggettivo. Divido gli studenti in coppie, poi ne chiamo uno/a per dare con me una dimostrazione a tutta la classe.Lui/lei è il/la cliente. Gli/le chiedo di scoprire un cartoncino. Forse mi chiederà il nome del capo rappresentato. Sono scarpe. Un paio di scarpe. La prima battuta prodotta da me sarà:
– Come le vanno?
lo, a mia volta, scopro una carta. È il numero 6. Ma, abbinati a scarpe, possa avere solo 4 aggettivi (fig. 1); così scopro un’altra carta. È la numero 3. L’aggettivi è: piccolo. La seconda battuta prodotta dallo/dalla studente/essa sarà:
– Bene. Ma non ce ne sarebbe un paio più piccolo?
È probabile che in questa battuta lo/la studente/studentessa abbia bisogno dell’aiuto della classe o di quello mio (se necessario) per produrre correttamente l’enunciato usando “un paio”. La terza battuta conseguente sarà prodotta da me come segue:
– Sì. Ma perché le vuole più piccole? Queste le vanno benissimo!
Finita la dimostrazione lui/lei è al mio posto. Chiamo un/un’ altro/a studente/essa per prendere il ruolo di cliente. Si ripete la dimostrazione di fronte alla classe usando un’altra flash card.
A questo punto può iniziare il lavoro a coppie.