Perché un film? Ovvero “repetita iuvant” (II° episodio)
Nel cinema accade spesso che un film di successo abbia a distanza di tempo un seguito, che talvolta riscuote lo stesso favore di pubblico del precedente, ma sovente non è all’altezza del primo episodio e delude gli spettatori. Non so con quale fortuna, ma a me sta succedendo la stessa cosa in quanto a distanza di un anno dal primo episodio “Perché un film? Ovvero la scoperta dell’acqua calda” comparso negli Atti del 10° seminario internazionale: “Insegnare una lingua: riflessioni e proposte” sono nuovamente impegnato nella descrizione di un’attività didattica basata su un film. Le idee guida di questa attività sono le stesse che hanno ispirato il lavoro dell’anno scorso, il che renderà inevitabile, nonostante la mia buona volontà, la ripetizione di alcuni concetti, che non risulteranno nuovi a chi abbia letto il primo episodio. Mi scuso di questo, ma vi invito a continuare la lettura secondo il motto che ho fatto mio nel titolo.
A dire il vero non so se l’attività proposta lo scorso anno, imperniata sul film Piccoli equivoci, abbia avuto un consenso tale da giustificare un secondo tentativo. Però sono convinto che i film siano un mezzo estremamente valido, forse necessario, per trasmettere contenuti linguistici e culturali vivi, espressione di una realtà in continuo movimento. E per evitare il rischio che la prassi didattica quotidiana si fossilizzi nelle attività “canoniche” a cui attingiamo abitualmente secondo modi e tempi che conosciamo a memoria, e che quindi, se da un lato ci danno sicurezza, dall’altro non ci aiutano a trasmettere curiosità ed entusiasmo agli studenti.
È altrettanto vero che finora il veicolo filmico è stato poco sfruttato a scopi didattici, e uno dei motivi che, ancora oggi, ne frenano l’utilizzo è l’opinione secondo cui esso richiede una tecnologia costosa e, inoltre, un forte dispendio di tempo per la preparazione delle attività didattiche. La realtà però non è così drammatica, perché in fondo sono sufficienti due videoregistratori accoppiati: uno su cui vedere il film e l’altro con cui registrare le scene che si vorranno utilizzare in classe. Il risultato forse non è tecnicamente perfetto, ma senz’altro di qualità più che buona per il nostro lavoro quotidiano. Disponendo inoltre di un normale registratore collegato direttamente all’uscita “cuffie” del televisore, si ha anche la possibilità di trasferire il sonoro del film su una normale cassetta audio e questo ci permette di lavorare separatamente su immagini e dialoghi. Quanto poi all’impegno di tempo, non credo che sia tanto maggiore rispetto a quello necessario alla preparazione di altre attività, senza contare il piacere di mettere alla prova la propria fantasia e creatività.
L’attività proposta quest’anno era basata sul film Cresceranno i carciofi a Mimongo. Un film diverso da quello utilizzato l’anno scorso. Fortunatamente!? Non so. E i miei dubbi riguardano non tanto il Seminario, per il quale la decisione di cambiare film era dettata dal desiderio di proporre qualcosa di totalmente nuovo, quanto la normale situazione di classe.
Infatti la scelta se lavorare su più scene dello stesso film, fino a completarlo, o se cambiare ogni volta, limitandosi quindi all’utilizzo di una o due scene per ogni film, è molto soggettiva e dipende dall’obiettivo che ci si pone. Volendo avvicinare gli studenti al cinema, stimolando in loro la voglia di rischiare i soldi del biglietto d’ingresso per assistere ad uno spettacolo che li potrà anche deludere, si può scegliere di proporre loro ogni volta un film diverso. Se invece gli si vuole dare la possibilità di comprendere a fondo il film in tutte le sue componenti, linguistica e culturale, allora lavorare in modo estensivo ed approfondito su di esso è, secondo me, l’unica via che ci consente di raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti.
L’obiezione più comune a questa seconda ipotesi è che così facendo si corre il rischio di annoiare gli studenti, i quali, trovandosi ogni volta di fronte la stessa “pietanza”, potrebbero sviluppare un atteggiamento di rifiuto, costringendoci a fare marcia indietro.
Obiezione senz’altro motivata, in quanto la varietà delle attività e degli argomenti trattati sono elementi molto importanti in qualsiasi classe, però è veramente necessario cambiare film ogni volta per introdurre varietà nel nostro lavoro quotidiano? O la questione non va posta piuttosto sul modo di proporre il film?
È possibile lavorare su tutte le scene nell’ordine in cui compaiono, oppure ci si può improvvisare registi “folli” e scombinare l’ordine reale, saltando qua e là, per mantenere alta la tensione degli studenti, che naturalmente vogliono la “storia vera”. Uno dei loro compiti, anzi, potrebbe proprio essere quello di “ricostruire” la vicenda del film.
Inoltre è importante sfruttare appieno le potenzialità del film e “giocare” con tutte le “carte” che lo strumento filmico ci offre. Le carte minori, importanti anch’esse, sono rappresentate da attività didattiche, Letture autentiche o Ascolti autentici, abbinabili al film stesso, ad esempio la trama, i giudizi della critica, oppure interviste ad attori e registi, che si possono registrare ed usare come materiale integrativo.
Ma le due carte più alte, senza le quali non possiamo giocare, sono le immagini e i dialoghi. E volendo stabilire una gerarchia fra queste due, il primato spetta senz’altro alle prime, in quanto un film non potrebbe essere tale senza immagini, mentre la storia del cinema è segnata da capolavori del cinema muto.
Ciò non significa che un’attività didattica imperniata su un film debba necessariamente iniziare con le immagini della scena prescelta, ma è certo che non si può fare a meno di esse, e non solo per gli stimoli che esse esercitano sulla nostra immaginazione, ma perché esse sono l’anima stessa dei dialoghi, il contesto in cui ogni parola trova la propria giustificazione. Immagini e dialoghi devono quindi essere utilizzati in modo efficace per far sì che gli studenti possano approfittarne per migliorare le loro conoscenze della lingua e del contesto socioculturale.
L’idea di partenza per realizzare l’attività proposta al Seminario era di proporre alcune scene (senza audio) di un film in un ordine diverso da quello reale, dando poi agli studenti il compito di “ricostruire” la sequenza reale, basandosi esclusivamente sulle immagini. In un secondo tempo avrebbero ricevuto la trascrizione di alcuni dialoghi, non di tutti, con il compito di abbinarli alle diverse scene ed eventualmente cambiare l’ordine stabilito precedentemente. Una volta arrivati all’ordine definitivo, gli studenti avrebbero dovuto scrivere il dialogo mancante e, in seguito, fare il doppiaggio della scena.
Il problema maggiore è stata la scelta del film e della sequenza su cui lavorare. Il film che cercavamo doveva soddisfare alcune caratteristiche che ci sembravano importanti e cioè essere adatto ad un pubblico di giovani, visto che la maggioranza degli studenti hanno circa vent’anni, e allo stesso tempo non doveva essere troppo caratterizzato regionalmente dal punto di vista linguistico. Ci siamo accordati su Cresceranno i carciofi a Mimongo, un film del 1997 del regista Fulvio Ottaviano, che narra le vicende di un ragazzo dei nostri giorni in cerca di lavoro. Una situazione abbastanza comune in Italia e in Europa, che accomuna anche molti dei giovani che frequentano le scuole d’italiano per stranieri.
Per quanto riguarda le scene su cui lavorare abbiamo scelto cinque scene del film: la scena iniziale (con l’audio), che doveva servire a introdurre in modo ironico il tema dei giovani in cerca di lavoro, e altre quattro scene (senza audio) che nel film compongono un’unica sequenza spazio-temporale in cui
- il protagonista, Sergio, si reca ad un colloquio di lavoro;
- dove incontra casualmente un suo vecchio amico, Davide, anch’egli aspirante allo stesso posto di lavoro, che vedendo in Sergio un rivale gli racconta un sacco di frottole;
- I due sostengono contemporaneamente il colloquio e Sergio, commosso dalla “disastrosa” situazione di Davide, decide di sacrificarsi scegliendo deliberatamente di rendersi antipatico al capo del personale, che infatti lo “licenzia” in fretta;
- Sergio se ne va e all’uscita dalla ditta incontra la sorella dell’amico dalla quale apprende che tutte le tragedie familiari di Davide altro non sono che una cinica montatura inventata per farsi beffe di lui.
Con due videoregistratori abbiamo prima smontato la sequenza e poi l’abbiamo ricostruita nell’ordine 4-3-1-2, lasciando fra le varie scene un breve spazio di nero. L’idea di partenza era abbastanza semplice ma, durante la realizzazione, è andata facendosi via via più complessa fino a sfociare in un’attività “a moduli”, composta cioè da singole attività didattiche, ognuna delle quali ha un obiettivo preciso ed è conclusa in sé. In altre parole la si potrebbe definire un Lego in cui ogni pezzo è compiuto in sé ed è funzionale alla costruzione dei più svariati oggetti.
I° modulo: costruzione della sequenza (Produzione libera orale)
1. Vedere una volta l’intera sequenza costituita dalla scena iniziale (con audio) e dalle quattro scene in ordine “sparso” (senza audio)
2. Al termine scrivere alla lavagna:
- Sergio e Donna (1) in piedi davanti alla macchina
- Sergio + Davide + Uomo
- Sergio e Donna (2) in macchina
- Sergio + Davide
Spiegare agli studenti che le scene fanno parte di un’unica sequenza, ma non sono nel giusto ordine, e che il loro compito è di ricostruire la sequenza. In qualsiasi momento, su richiesta, è possibile rivedere le scene (senza quella iniziale che serve solo da introduzione).
Lavoro in coppie
3. Cambio delle coppie e confronto
4. Distribuire i dialoghi A, B e D, (i dialoghi sono riprodotti in allegato) invitando gli studenti a abbinare i dialoghi alle scene e a definire l’ordine definitivo.
Mantenere le coppie del punto precedente.
5. Formare gruppi di 3 studenti, provenienti da coppie diverse, che devono confrontare e discutere le rispettive scelte.
6. Chiedere ai vari gruppi di spiegare la propria “soluzione” e, eventualmente, discutere le diverse ipotesi in plenum per arrivare all’ordine della sequenza originale (4-3-1-2).
Questo modulo, sfruttando il contenuto informativo delle sole immagini, sollecita la capacità di osservare e l’immaginazione degli studenti. Può quindi essere usato per stimolare una Produzione libera orale a tutti i livelli.
II° modulo: Analisi linguistica
1. Analisi di alcune espressioni tipiche della lingua parlata. Distribuire il foglio di lavoro. Lavoro individuale.
2. Formare gruppi di 3 (gli stessi del punto 5, modulo 1). Confronto dei risultati dell’analisi.
L’Analisi linguistica di un testo può essere di vari tipi: sintattica, morfologica, morfo-sintattica, lessicale, a seconda degli elementi su cui decidiamo di focalizzare l’attenzione. In questo caso abbiamo scelto un’Analisi di tipo lessicale essenzialmente per due motivi. Innanzitutto perché i dialoghi dei film rispecchiano la realtà linguistica quotidiana, senz’altro più complessa di quella “standard” su cui è impostata la maggior parte dei libri di testo. In particolare Cresceranno i carciofi a Mimongo è un film ambientato fra i giovani, il cui linguaggio è ricco di espressioni metaforiche, alcune delle quali bagaglio dell’italiano “comune” ed altre provenienti dal gergo più specificamente giovanile. È quindi un linguaggio difficile da decodificare, soprattutto per chi non vive a diretto contatto con la realtà italiana di tutti i giorni.
Il secondo motivo è più strettamente legato allo svolgimento dell’attività stessa. Infatti per svolgere il compito descritto nel III° modulo è necessario che gli studenti capiscano in modo dettagliato i dialoghi A, B e D e gli “inghippi” in essi contenuti.
Per queste ragioni l’Analisi lessicale qui illustrata è proponibile solo ai livelli alti. Volendo fare un’Analisi linguistica sui dialoghi A, B e D ad un livello più basso, è necessario focalizzare l’attenzione degli studenti su altri elementi.
III° modulo: Produzione scritta guidata
1. Distribuire il dialogo C 2, spiegando che la scena a cui il dialogo si riferisce è stata accorciata tagliando le parti che sul dialogo compaiono in corsivo.
2. Gli studenti devono completare il dialogo C 2, tenendo ben presenti gli altri dialoghi. Lavoro in gruppi di 3 (come in precedenza nel II° modulo) in aule diverse munite di video. Distribuire ad ogni gruppo una copia della cassetta video che può aiutarli nella scrittura dei dialoghi.
I film si prestano bene alle Produzioni scritte, in quanto gli studenti possono dare sfogo alla propria immaginazione, e una scena normalmente sfocia in tante “sceneggiature” diverse quanti sono gli studenti che devono scriverne il seguito. Nella nostra attività l’idea di partenza era di lasciare gli studenti liberi di immaginare il dialogo fra Sergio e Davide. In questo caso essi avrebbero ricevuto un foglio bianco su cui far colloquiare liberamente i due personaggi.
In un secondo tempo però, pensando anche alla fase successiva del doppiaggio, abbiamo preferito dare agli studenti una traccia abbastanza consistente del dialogo originale, eliminando solo alcune battute che essi avrebbero dovuto riscrivere in base alle proprie deduzioni dal contesto generale.
Le Produzioni scritte a partire da un film sono normalmente fattibili a quasi tutti i livelli. Quella qui descritta, soprattutto se finalizzata al doppiaggio, è invece consigliabile per i livelli alti.
IV° modulo: Doppiaggio
Ogni gruppo prova il doppiaggio della scena con il proprio dialogo.
(1 direttore del doppiaggio + 2 doppiatori)
Una volta completata la scrittura del dialogo gli studenti devono immedesimarsi nei personaggi e dare loro voce e vita. Compito non facile, neanche per un italiano, per realizzare il quale non è sufficiente provare una volta sola. Così abbiamo dato agli studenti un tempo determinato per ripetere il dialogo “infinite” volte di fronte al video senza audio. Al termine ogni gruppo si è prodotto nel doppiaggio della scena.
Durante il Seminario questa fase è stata sostituita dalla visione dei doppiaggi eseguiti dagli studenti.
V° modulo: Visione della sequenza originale con audio
1. Tutti insieme si assiste alla proiezione della sequenza originale (senza scena iniziale);
2. Distribuire il dialogo C 1 (originale).
L’attività nella sua interezza, volendo cioè realizzare tutti i moduli in sequenza, richiede senz’altro alcune ore. È quindi consigliabile spezzare il lavoro, distribuendolo in giorni diversi, per non rischiare di non riconoscere più chi è Sergio e chi Davide.
Ogni modulo però è assolutamente autonomo e sufficientemente malleabile per essere adattato a qualunque scena di qualsiasi altro film.
Non mi resta che augurarvi Buon lavoro e con il motto
“larga la foglia, stretta la via
dite la vostra ché ho detto la mia”
vi invito a mandarmi critiche e suggerimenti.
Allegati
Dialogo A
* Sei preoccupato per il colloquio?
+ Eh?
* Forse è meglio che ci fermiamo a prendere un caffè.
+ No, no, dai, è già tardi.
* Guarda che il posto è uno solo e voi siete in due… se ti presenti con quella faccia non ti fanno neanche entrare… il direttore del personale è uno strano, ma se lo prendi per il verso giusto ce la puoi fare.
+ Ma che tipo è?
* Fa tutto il puritano… io credo che abbia un’amante… tu comunque digli che sei fidanzato e che ti vuoi sposare… ah, a proposito, è un patito della lirica… è fissato con Rossini… non parlargli di jazz o di rock sennò sei fregato… comunque, se riesci a impostare un discorso tecnico è fatta… di marketing non capisce proprio niente, sta lì perché è il cugino del vicedirettore.
+ Grazie, sei molto gentile.
* Te lo devo… in fondo Enzo l’ho conosciuto grazie a te.
+ Sai che favore…!!!???
Dialogo B
* Livia?!
+ Ciao, Sergio! Lo sai che non t’avevo riconosciuto!… ma perché mi guardi così?
* Ma stai bene!!
+ Bene, bene un corno… sono ingrassata quattro chili…qua se non mi metto a dieta non mi si piglia più nessuno… sto aspettando quella merda di mio fratello… m’ha detto di venirlo a prendere alle dieci… non so cosa doveva fare… un colloquio credo… ma tu lavori qui?
* No, sono venuto a trovare un’amica.
+ Mh, capito!
* Senti, invece tuo padre… come sta?
+ Normale… stronzo come al solito, ma finché sgancia tocca sopportare… a te ti vedo un po’ pallido però… dovresti prendere un po’ di sole, no?… perché non ci vieni a trovare a Cortina?… i miei si levano dalle palle eh… grazie a Dio se ne vanno alle Seychelles… speriamo che uno squalo se li mangi vivi.
* Non c’è bisogno di arrivare così lontano… lo squalo… ce l’avete già in casa… ciao Livia… statti bene
Dialogo C 1 (originale)
(La scena è stata tagliata. Il dialogo seguente è quello originale. Le parti in chiaro sono quelle della scena che avete visto; le parti in corsivo sono state tagliate.)
* Sergio!!!
+ Davide!!
* Ciao bello come stai?
+ Bene, e te?
* Bene, bene! Ma che ci fai qui?
+ Eh niente, ho un colloquio di lavoro stamattina. E tu invece?
* E pure io!
+ No! Non ci posso credere, davvero?
* Assurdo eh? Comunque sono proprio contento di vederti.
+ Anche a me fa un sacco piacere.
* Beh, ma come ci sei arrivato qua?
+ Niente, la solita trafila… lettera, curriculum e poi m’hanno chiamato loro.
* Ah, ah (ride), pure io! Senti un po’… ma sai quanti posti ci stanno?
+ No.
* Allora speriamo che ci prendano tutti e due eh?
+ Eh sì, speriamo.
* Ma dimmi, te, come vanno le cose, che fai…
+ Niente d’eccezionale.
* E Rita? Stai ancora con Rita?
+ Lasciamo perdere…
… tu piuttosto che combini?
* Io?… ti ricordi mia sorella?
+ Sì, Livia!
* ‘na brutta storia… AIDS!!!
+ Mi dispiace!
* Mia madre ha retto meglio – sai, lei è una forte – è mio padre che ha ceduto…
…tu lo sai che rapporto aveva…ha (con enfasi) con mia sorella e … e lui non s’è rassegnato e allora America, viaggi, medicinali, professoroni… c’hanno mangiato tutto… siamo con i debiti fino al collo… poi…
…adesso hanno ricoverato pure lui, infarto, vengo dall’ospedale… ho passato la notte là… su una sedia!… va be’ ma d’altronde…che devi fare?… mia madre…mia madre c’ha un’età…e cederà pure lei… eh, sono rimasto io… se mollo io…è la fine!
+ Senti, ma l’Inghilterra, il master che dovevi fare…?
* Sì…lo sai che ho fatto fino a un mese fa?…il lavapiatti!… e poi…e poi ho lasciato pure il ristorante… con il fatto di papà, sai, i turni all’ospedale… va be’, scusa, ma non voglio ammorbarti con i miei problemi, avrai anche tu i tuoi…
+ Va be’, dai, vedrai che qui ci andrà bene!?
* Davvero… se…se no mi sparo! Sergio, ti giuro, non so più dove sbattere la testa!
Dialogo C2 (da completare)
La scena è stata tagliata. Le parti in chiaro sono quelle della scena che avete visto. Le parti in corsivo sono state tagliate.
Le battute _ _ _ _ _ _ sono da completare sulla base dell’intero contesto, tenendo quindi conto dei dialoghi A, B e D.
* Sergio!!!
+ Davide!!
* Ciao bello come stai?
+ Bene, e te
* Bene, bene! Ma che ci fai qui?
+ Eh niente, ho un colloquio di lavoro stamattina. E tu invece?
* E pure io!
+ No! Non ci posso credere, davvero?
* Assurdo eh? Comunque sono proprio contento di vederti.
+ Anche a me fa un sacco piacere.
* Beh, ma come ci sei arrivato qua?
+ Niente, la solita trafila… lettera, curriculum e poi m’hanno chiamato loro.
* Ah, ah (ride), pure io! Senti un po’… ma sai quanti posti ci stanno?
+ No.
* Allora speriamo che ci prendano tutti e due eh?
+ Eh sì, speriamo.
* Ma dimmi, te, come vanno le cose, che fai…
+ Niente d’eccezionale.
* E Rita? Stai ancora con Rita?
+ Lasciamo perdere…
… tu piuttosto che combini?
* _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
+ Sì, Livia!
* _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
+ Mi dispiace!
* _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
…tu lo sai che rapporto aveva…ha (con enfasi) con mia sorella e … e lui non s’è rassegnato e allora America, viaggi, medicinali, professoroni… c’hanno mangiato tutto… siamo con i debiti fino al collo… poi…
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
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+ Senti, ma l’Inghilterra, il master che dovevi fare…?
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
+ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
* Davvero… se…se no mi sparo! Sergio, ti giuro, non so più dove sbattere la testa!
Dialogo D
* Signorina, questa roba è di Gargani.
La prego, continui.
+ No… dicevo, per me hanno voluto un’educazione rigida, tant’è che sono stato dai Gesuiti fino alle superiori e all’inizio non è stato facile perché, sa, ho un carattere indipendente e combattivo, ma poi dopo, pian piano, ho capito che questo mi è servito a acquistare sicurezza, una tranquillità di spirito, tenacia
* Bene, grazie.
Lei, dottor Baldini, che tipo di eredità morale ha avuto dai suoi genitori?
° Beh, io… io sono cresciuto con le canzoni di Dylan, Springsteen, Young. Sono questi i valori che i miei mi hanno inculcato, pace, amore libero, sì insomma sesso, droga e rock’n’roll ecco.
* [dopo una pausa di sbigottimento] La prego continui.
° Con piacere. Beh mi dica lei quali argomenti portare avanti, non so, il mio iter scolastico, i miei interessi…
* Quello che vuole…
° Bene! Come avrà visto dal mio curriculum, la mia tesi era sulla coltivazione del carciofo nei terreni aridi, ma gli studi più interessanti li ho compiuti nel campo della musica applicata alla disinfestazione dei raccolti. Ho scoperto che i parassiti in, millepiedi, la piramide, non sopportano la musica lirica. Rossini, il compositore, è un eccellente diserbante. Ha presente la malerba, l’ortica, le erbacce, praticamente le sdraia.
* Bene, credo che possa bastare. La ringrazio. (rivolgendosi all’altro) Lei stia.
° È stato un piacere.
* Lasci il suo numero alla segretaria, le faremo sapere
° Va bene… arrivederci.
Analisi linguistica
Senza usare il dizionario prova a spiegare il significato e l’uso delle parole o espressioni sottolineate nei dialoghi A, B e D.